Spesso penso al mio cervello come ad un minipimer nel quale ci entrano le verdure più disparate e ne escono deliziose vellutate leggasi idee/pensieri fottutamente geniali (ma è raro) o i più squallidi minestroni leggasi idee/pensieri del cazzo (decisamente più spesso della prima ipotesi) ma comunque geniali.
Da quì al pensare “qual’è il mio scopo” e poi più in generale “ma qual’è lo scopo ultimo della vita” il passo è veramente breve.
Non c’è bisogno di essere Kant o Nietzche o Schopenhauer o qualsiasi altro filosofo per cercare di rispondere a quella domanda. Basta pensare e attaccare alla corrente il minipimer.
Apparte errore grammaticale voluto che comincio seriamente a pensare che il simpatico sig. Penrose abbia ragione sul discorso che il cervello umano lavora anche a livello sub-atomico seguendo i principi della fisica quantistica e più precisamente l’entanglement tra neuroni.
Cioè pensiamoci un attimo. Questo piccolo agglomerato di neuroni connessi tra loro da sinapsi e cellule nervose più credo altre robe, non ho mai approfondito di 1.4 cc rendiamoci conto che un millequattro è una macchina modesta considerando che esistono lamborghini, ferrari e altro riesce a: raccogliere, analizzare ed elaborare stimoli provenineti da tutto il corpo e dai nostri 5 sensi ancora non sono un cavaliere d’oro e quindi il 6° senso non ce l’ho, mantiene, organizza e armonizza le nostre funzioni vitali di base temperatura, cuore, polmoni, reni, fegato…ci mantiene in equilibrio sempre… è capace di pensieri consci e razionali, di calcoli assurdi, di analizzare situazioni complesse e cercare una soluzione ai problemi ecc…il tutto simultanemante.
In più, oltre a tutto ciò che è conscio ed inconscio si perchè fa molte cose senza nemmeno chiedere il permesso ‘sto bastardo ogni tanto porta alla nostra attenzione cose a cui non stiamo nemmeno pensando.
Quante volte ci è capitato di essere fulminati da un’idea, da un pensiero o da un ricordo così, senza un perchè?
Per me lui sta lì a pensare di continuo, lavora e lavora, pensa e pensa finchè non giunge a qualcosa allora ce lo dice.
Ma che volevo dire? Ah, cioè come può fare tutto così in fretta? Se consideriamo che gli impulsi del nostro cervello sono un mix elettro-chimici, la velocità del segnale non è molta vabbeh che non siamo enormi però vien da pensare che abbia escogitato un altro modo per comunicare con se stesso no? Ok chiusa la parentesi Pensore.
Torniamo al significato della vita. Al suo perchè. Beh…non c’è.
Per lo meno, non come lo intendiamo noi. Non c’è una risposta a “perchè siamo quì” o “che ci stiamo a fare” o “si ma eh però va” semplicemente perchè la domanda è sbagliata. O per lo meno la domanda grammaticamente e logicamente è giusta tranne l’ultima che ha qualche errorino, quello che c’è di sbagliato è l’interpretazione che ne diamo noi. Perchè dovrebbe esserci un “di più”, uno scopo ultimo per la vita, per noi?
Perchè siamo così superbi da crederci speciali? Semplice perchè siamo uomini.
Il perchè della vita è semplicemente la vita stessa. Lo scopo ultimo della vita è semplicemente vivere. Io, tu o chiunque altro non siamo al mondo per fare qualcosa di grande o per chissà quale disegno divino. siamo al mondo semplicemente perchè è quello il nostro scopo. Lo stare al mondo stesso.
Chi dice “ma che fai? svegliati e non sprecare la vita” vuole solo convincerti o convincersi che ci debba essere qualcosa di più, invece tu stai già facendo quello per cui sei quì semplicemente rimanendo vivo.
Per avvalorare la mia tesi vi chiedo di pensare a tutto ciò che conosciamo definibile “vivo”. Cos’hanno tutte queste creature dal virus/batterio fino a noi in comune? Una cosa sola. Qualsiasi cosa succeda cercheranno di rimanere vivi. Ogni cosa viva in natura ha un istinto di sopravvivenza. Qualsiasi cosa viva cercherà fino all’ultimo e con tutte le sue forze di rimanere vivo. Punto.
Siamo noi uomini a distorcere questo concetto, trasformandolo in “sono destinato a grandi cose”.
L’istinto più forte in ogni forma di vita è la sopravvivenza, il secondo è la procreazione. Che poi è il continuo della vita stessa, non essendo fatti per vivere in eterno, l’unico modo trovato fin’ora dalla vita per continuare a essere è la riproduzione di se stessa. Il resto sono solo chiacchere e seghe mentali.
Ok forse il mondo non è pronto per una rivelazione del genere e probabilmente nessuno leggerà ciò che ho scritto, ma intanto io lo metto quì, così posso pensare ad altro.
L’unico, eterno problema che crea una risposta è che genera altre domande. Ora la domanda si sposta da “qual’è lo scopo” a “chi?” o “cosa?” o “come?”. Ma probabilmente la risposta è più semplice di quanto pensiamo: caso. Per caso s’è creata la vita che si è trovata con questo bagaglio l’istinto di sopravvivere sempre e comunque e non può far altro se non continuare.
Per cui, continuiamo.